Libri



  • Quel che resta dell'uomo
    E' davvero possibile un nuovo umanesimo?
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Il titolo del convegno ecclesiale di Firenze (9-13 novembre 2015), In Gesù Cristo il nuovo umanesimo», per non restare solo uno slogan retorico, esige una seria e spregiudicata riflessione
sulla possibilità stessa di un umanesimo, in un tempo dove ormai da più parti viene negata l’idea di “natura umana”. Questo libro si propone di dare un contributo a tale riflessione, individuando alcuni grandi e scottanti problemi: il rapporto uomo-ambiente e uomo-animali; la manipolazione da arte della tecnica e in particolare delle biotecnologie; l’oscillazione
tra individualismo selvaggio e riduzione del soggetto a relazione sociale; la trasformazione della bipolarità sessuale uomo-donna in una galassia di orientamenti sessuali; la possibile liquidazione dell’umano in nome dell’avvento del postumano.
Non c’è alcuna pretesa di dare risposte definitive, ma solo la speranza di far prendere coscienza di alcuni interrogativi, come punto di partenza per elaborare nuove prospettive, nella direzione di un possibile umanesimo «in Gesù Cristo».

G. Savagnone, Quel che resta dell'uomo. E' davvero possibile un nuovo umanesimo? Cittadella, 2015, pag. 180, € 14.80



  • Cinema, mito e filosofia
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Il fascino degli antichi miti rivive oggi nelle immagini del cinema. Questo libro si propone, attraverso l'analisi di alcuni film di grande successo, di evidenziare questa radice mitologica, non sempre percepita dal grande pubblico e perfino dalla critica. Esso cerca anche di mostrare che proprio grazie ad essa il cinema dà voce ai grandi problemi dell'esistenza umana e si presta, perciò a uno stretto collegamento con la filosofia. Vengono esplorati così, attraverso la lettura di alcune opere di noti registi, il tema della ricerca del senso della vita di fronte all'incombere della morte ("Il settimo sigillo" e "Il posto delle fragole"), quello del rapporto tra verità e illusione ("The Matrix") e tra libertà e destino ("Minority report"), quello della salvezza dal vuoto e dalla mediocrità ("Teorema" e "L'attimo fuggente"), quello del rapporto tra corpo ed anima e della vita come opera d'arte e come dono ("Il pranzo di Babette"). Per ognuno di questi film l'autore addita il rispettivo mito di riferimento e la problematica filosofica che ne emerge, con riferimenti alla concreta esperienza personale e sociale di uomini e donne di oggi.

G. Savagnone, Cinema, mito e filosofia. Giuliano Ladolfi Editore, 2014, pag. 120, € 10.00


  • I cattolici e la politica oggi
    Sette nodi da sciogliere
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 In un momento in cui i cattolici sentono l’esigenza di ritornare
da protagonisti sulla scena politica, questo libro si
propone di mettere a fuoco i “nodi” cruciali che essi devono
sciogliere, se vogliono superare le ambiguità che li
hanno resi irrilevanti nella Seconda Repubblica e tornare
ad essere di nuovo credibili.
Tra questi “nodi” forse i più evidenti sono quello del
ruolo preponderante dei vescovi nell’ambito pubblico,
direttamente proporzionale alla invisibilità dei laici cristiani,
e quello dei cosiddetti “valori non negoziabili”.
Ma, più a monte, è in gioco il significato dell’impegno
politico dei cattolici, che deve essere ripensato coraggiosamente,
recuperando le esperienze più significative del
passato e guardando con fiducia al futuro.


G. Savagnone, I cattolici e la politica oggi. Cittadella Editrice, Assisi 2012, pagg. 158, € 12,80.



  • Educare oggi alle virtù.

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 Sono passate di moda le virtù? Ha ancora un senso educare ad esse? Sono le domande a cui si cerca di rispondere in questo libro.
Oggi, nell’opinione diffusa, non è la virtù, ma la trasgressione a rappresentare un valore. La morale del dovere e delle regole è in crisi e con essa il modello di educazione che ad essa si rifaceva.
Ma c’è un altro modo di concepire le virtù, molto diverso da quello della legge dei comandi, e che valorizza piuttosto la sfera affettiva, i desideri e la ricerca della felicità. Una concezione antichissima, oggi riscoperta da studiosi, soprattutto anglosassoni, delle più varie tendenze, ma purtroppo ancora ignota al grande pubblico.

La proposta dell’autore è di utilizzare, in ambito educativo, questo diverso concetto, di cui egli mostra la profonda sintonia con le esigenze della sensibilità e della mentalità contemporanee, soprattutto giovanili.
Educare alla virtù può diventare, allora, la risposta più radicale - forse la sola possibile -  alla sfida dell’”emergenza educativa”.

G. Savagnone, Educare oggi alle virtù. Elledici, Torino (Leumann) 2011, pagg. 183, € 12,00.


  • Scienza e fede: la pazienza del dialogo


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E’ ancora possibile credere, nell’era della scienza? E uno scienziato può essere credente? Si può, insomma, accettare al tempo stesso che l’universo è stato originato dal Big Bang e che è stato creato da Dio? Che l’uomo deriva dallo stesso ceppo delle grandi scimmie antropomorfe, come sostiene Darwin, e che la sua anima è spirituale? La morale si può ancora basare  su princìpi e valori, oppure è solo il frutto di meccanismi evolutivi che ne spiegano l’origine e ne delimitano il peso normativo ? La scienza è in grado di fondare un’etica “laica”, che non faccia riferimento alla filosofia e alla religione?
Sono le domande a cui questo libro cerca di dare una risposta, senza fermarsi né alla vecchia logica della contrapposizione tra scienza e fede, né alla posizione di vicendevole indifferenza oggi abbastanza diffusa.
Nel corso della trattazione si cerca di mostrare, con uno stile che non deluderà gli specialisti, ma che è pienamente accessibile anche ai non “addetti ai lavori”, perché entrambe queste vie ormai non sono percorribili e perché è necessario batterne una terza, più ardua ma più feconda, che è quella di un dialogo paziente, fondato su un sincero ascolto reciproco. Quanto sia ardua la strada lo dimostra la diversità di risposte date nel corso della storia. Ne possono però derivare un arricchimento e approfondimento sia alla scienza che alla fede. E soprattutto una prospettiva di unità interiore per quanti non si sentono di rinunziare né alla razionalità scientifica, né alla loro esperienza religiosa.

A. Briguglia e G. Savagnone, Scienza e fede: la pazienza del dialogo, Elledici, Torino (Leumann) 2010, pagg. 207, €14.



  •  Maestri di umanità alla scuola di Cristo. Per una pastorale che educhi gli educatori


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Il libro si propone di tradurre in termini concreti il tema educativo, su cui sono incentrati gli Orientamenti pastorali della CEI per il prossimo decennio. Utilizzando le indicazioni contenute in quest’ultimo documento, e inserendole nel contesto offerto dagli altri testi del Magistero - dal Concilio alle encicliche di Benedetto XVI, dagli Orientamenti per lo scorso decennio agli Atti del Convegno di Verona – , si vogliono evidenziare alcune piste su cui la comunità cristiana può procedere per far fronte all’“emergenza” e viverla come una “sfida”, gravida di insidie ma anche di opportunità e di speranza.
In questa prospettiva, partendo dal “piano nobile” dei princìpi condivisi, vengono individuate cinque “piaghe” che, al “piano terra” della pastorale ordinaria, rendono oggi problematica, di fatto, la formazione degli educatori (genitori, docenti, catechisti),  sottolineando come proprio queste “ferite” si debbano trasformare in “feritoie”, varchi aperti, fonti di luce, attraverso cui parrocchie, gruppi ecclesiali, diocesi possono riscoprire e rivitalizzare la loro vocazione di comunità educanti.
Questo richiede la riscoperta di una fede che superi la scissione, oggi diffusa,  tra una pratica cristiana ritualistica, all’interno del tempio, e una vita quotidiana ispirata a criteri tutt’altro che evangelici; il recupero di una speranza coraggiosamente proiettata verso il futuro e impegnata a costruirlo, non solo nella  propria esistenza personale, ma anche a livello politico e sociale; la pratica di una carità appassionata, che coinvolga tutte le sfere, anche psico-fisiche, dell’essere umano e si coniughi con lo slancio del desiderio.
Insieme a questa rilettura delle tre virtù teologali, un’efficace educazione degli educatori richiede l’effettiva pratica, al di là della retorica, di una effettiva comunione, e un “alleggerimento” delle pesantezze organizzative e burocratiche che a volte impediscono, nelle nostre comunità,  di vedere i volti e di testimoniare la libertà dello Spirito.

Giuseppe Savagnone, Maestri di umanità alla scuola di Cristo. Per una pastorale che educhi gli educatori, Cittadella Editrice, Assisi 2010, pagg. 151, €11,80.



  • Il coraggio di educare. Costruire il dialogo educativo con le nuove generazioni

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L’emergenza educativa è ormai un fatto che tanto la società civile quanto la Chiesa registrano con estrema preoccupazione. Le denunzie e le analisi del fenomeno si moltiplicano. Assai più raro, forse perché assai più arduo, è lo sforzo di proporre rimedi.
Senza alcuna pretesa di suggerire una “ricetta” (che non esiste), questo libro mira a indicare, in positivo, alcuni essenziali punti riferimento per affrontare la crisi in atto  e riannodare il dialogo tra le generazioni. Esso parte dalla convinzione che il problema più grave non sia costituito dai giovani, ma dalla difficoltà degli adulti di assolvere il loro compito educativo. E individua la radice di questa incapacità nella perdita, da parte loro, delle coordinate elementari, indispensabili per un’educazione degna di questo nome: la cura della propria identità (essere), della propria origine e della propria storia (essere-da), della propria dimensione relazionale e comunitaria (essere-con), del senso, nel duplice valore di “significato” e “direzione” (essere-per).  Ma per poterle trasmettere ai giovani, queste coordinate devono essere innanzi tutto riscoperte dagli adulti.  È dunque agli educatori che questo testo si rivolge, non certo nell’illusione di poter risolvere i loro problemi, ma per aiutarli ad orientarsi meglio nell’affrontarli.

G. Savagnone e A. Briguglia, Il coraggio di educare. Costruire il dialogo educativo con le nuove generazioni, Elledici, Torino (Leumann) 2009, pagg. 110, € 7,00.



  • Processo a Gesù. E’ ancora ragionevole credere nella divinità di Cristo?

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Oggi, un vero e proprio “processo” ha messo sotto accusa l’immagine “cristiana” di Gesù Cristo, Figlio di Dio, in cui hanno creduto per secoli milioni di uomini e donne. Non sono solo le tesi romanzesche (ma sottilmente insinuanti) di Dan Brown a creare una simile situazione. Significativo di questo atteggiamento inquisitorio è già il titolo del libro di Augias e Pesce, dove si parla di una  “Inchiesta” su Gesù. Ancora più esplicita la conclusione del libro di Odifreddi Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici): “E’ finalmente giunta l’ora di emettere un verdetto sul Cristianesimo. Che, ovviamente, è la condanna capitale”.
L’imputazione – per esprimerci in termini giuridici – è di “millantato credito”: saremmo davanti a un personaggio fittizio, senza effettiva corrispondenza nella realtà storica, il quale, con la sua pretesa di essere l’unico mediatore fra Dio e il mondo, avrebbe attirato su di sé un culto che non gli spettava.
In questo libro, ci si propone di stabilire non se si deve credere nella divinità di Cristo, ma se si può ancora farlo senza cadere nell’illusione o nel fondamentalismo. Per questo, si esaminano una ad una le accuse mosse all’ “imputato”, mostrandone l’inconsistenza non rispetto alla fede, ma sul piano della documentazione storica e della riflessione critica.  L’immagine di Gesù che ne risulta, anche alla luce dei nuovi ritrovamenti (vangeli gnostici di Nag Hammadi e rotoli di Qumran), appare alla fine originale e soprattutto molto diversa sia da quella, caricaturale, che oggi a volte ne danno i non credenti, sia da quella, offuscata dall’abitudine e dalla noia, che ne hanno molti credenti. 

G. Savagnone, Processo a Gesù. E’ ancora ragionevole credere nella divinità di Cristo?, Elledici, Torino (Leumann) 2007, pagg.190, € 10.


  • Dibattito sulla laicità


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Il tema della laicità in questi ultimi tempi, è al centro del dibattito etico e politico. Non sempre, per la verità, a questa vivacità si accompagna un’adeguata lucidità, come dimostrano gli equivoci sul significato stesso del termine “laico”, a cui vengono attribuiti i significati più diversi, fonte spesso di incomprensioni e di scontri intellettuali.

Questo libro si propone di fare un po’ di chiarezza, evidenziando i diversi punti di vista e cercando, al tempo stesso, un elemento comune che possa costituire la base per discutere. L’Autore mostra come questo elemento possa essere dato dal riconoscimento dei limiti del proprio punto di vista  e dalla conseguente capacità di aprirsi alle prospettive altrui.  Lo fa, in concreto, affrontando il problema della laicità dello Stato, della laicità della Chiesa, della laicità nella Chiesa e arrivando alla conclusione che è laico lo Stato quando riconosce di non essere una Chiesa (neppure laicista!): è laica la Chiesa quando riconosce di non essere uno Stato (come era nella cristianità), sono laici i fedeli nella Chiesa quando non si comportano come vice-preti e si assumono in pieno le loro responsabilità terrene. A ognuno di questi livelli, la laicità – proprio perché è rinunzia ad assolutizzare la propria identità - comporta la capacità di percepire la realtà dell’altro e di dialogare. Ne emerge la convinzione che essa si presta ad unire più che a dividere, a costruire più che a distruggere, a fondare l’ascolto e il rispetto dell’altro più che a demonizzarlo.
Un’analisi volta ad abbattere le artificiose barriere che talora vengono innalzate tra credenti e non credenti e a mostrare che il dialogo non solo è possibile, ma può aiutare tutti a capire un po’ meglio gli altri e forse anche se stessi.

Giuseppe Savagnone, Dibattito sulla laicità, LDC, Torino (Leumann) 2006, pagg.160, € 8,50



  • Sotto il segno di Hermes. La comunicazione giornalistica dal conflitto ala democrazia



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In un momento storico in cui il clima politico del nostro paese registra una evidente esasperazione dei conflitti, l’informazione può svolgere un ruolo fondamentale per la loro corretta gestione e contribuire in modo decisivo alla loro evoluzione verso stili di comportamento più consoni alla logica democratica. Non è casuale, perciò, che il punto di partenza di questo libro sia il rapporto tra giornalismo, conflitti e violenza. Così come non è casuale che l’opera si snodi attraverso una rivisitazione dei tre grandi temi lanciati dalla Rivoluzione francese e divenuti  emblematici della moderna cultura politica – libertà, uguaglianza, fraternità - , muovendo proprio dall’ultimo, il più dimenticato, per rileggere, in rapporto ad esso, anche gli altri due.  Il punto d’arrivo è costituito dal  tema dell’ultimo capitolo, quello che tratta del rapporto fra giornalismo e democrazia.
Il presupposto sottinteso, in tutto questo discorso, è che il giornalismo oggi abbia bisogno di una riflessione non meramente pragmatica, che lo aiuti ad approfondire la propria  funzione nella società odierna e valorizzi la dimensione culturale che fa degli operatori dell’informazione i nuovi “maestri” dell’opinione pubblica.  E’ una responsabilità di cui forse ancora non si sono tratte tutte le conseguenze. Questo libro si propone di sollecitare e accompagnare una presa di coscienza che le espliciti. 

Giuseppe Savagnone, Sotto il segno di Hermes. La comunicazione giornalistica dal conflitto ala democrazia, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006, pagg. 147, € 12